(d)Io

Da sempre, nel determinare le più alte consapevolezze del mio agire, cerco qualcosa capace di andare oltre le mere apparenze. La più potente fonte di energia la trovo nel generare amore, alimentandomi di ciò che mi appassiona smisuratamente e, ancor più, in chi voglio bene.

Tentando, per quanto posso, di lasciar fuori quanto trovo alienante, dedicandomi a ciò che considero celestiale, mi ritrovo libero. In questa libertà riesco a non lasciarmi intrappolare dagli schemi, concedendomi di provare ad andare oltre la realtà, con romanticismo, ricercando un’umanità sopra elevata da poter raggiungere attraverso l’arte e un modo di sentire rinnovato, personale, che colga essenza di natura e spirito. Come suggerisce Schelling nel proporsi senza limiti per comprendere in profondità la vita, esprimendola concretamente nella sua manifestazione infinita, allontanandosi provvisoriamente dal pensiero logico razionale che non tutto può spiegare precludendo di sublimare, di innalzare all’assoluto, al sogno.

Mi rifiuto di essere un dogmatico illuminista o materialista. Voglio poter vivere cercando di cogliere le sfumature, che per me hanno del magico. Senza scomodare credi religiosi, concentrandomi semplicemente sulla straordinaria capacità che l’uomo possiede nella sua possibilità di comprensione. Siamo tanto miseri e piccoli nella nostra dimensione reale, quanto infinitamente grandi per la divina attitudine volta a poter elaborare e avvertire.

Concepisco come ogni oggetto dipenda dal soggetto. Siamo quindi noi esseri pensanti a creare bellezza, non è la bellezza ad esistere senza poter essere percepita e quindi concepita. Poter creare meraviglia è volto a elevare la realtà, ponendo un ordine per poi lasciar andare all’estro, all’umanità che sgorga interiormente e fluisce in armonia, anche al costo di distaccarsi dalle sue più diffuse dinamiche, prendendone quanto più possa servire per sviluppare quest’esercizio auto generatore.

La meraviglia non è nelle cose, è nell’uomo, la abbiamo dentro, siamo noi che possiamo innalzare i momenti. Lo esprime anche Kant nella sua critica al giudizio riflettente: l’intelletto si fa da parte dinanzi al bello inteso come qualcosa di disinteressato (senza doppi fini) ed extra concettuale, da contemplare.

Nel mio disegno Dio lascia posto a Io, nella sua suprema potenza capace di oltrepassare i limiti del pensiero. L’agire trova gioia e gloria nell’unica formidabilità alla quale concedere di andare oltre la conoscenza perché l’azione diviene puramente entusiasmante se conciliante con il bello, con quanto effettivamente si ama. Al centro di tutto vi è quindi un uomo stupendo, capace di stabilire chi è, cosa vuole e come renderlo ripetutamente meraviglioso.

Nella totale forza di questa visione, c’è un pericolo. L’uomo, nel suo bisogno degli altri, può avvertire anche quello di sopraffarli, di ergersi su di loro, sottomettendoli. Quest’oscurità non deve trapelare, se l’energia da d(Io) sfocia in un disdicevole individualismo, se conduce a un’euforia tale da volersi imporre con superiorità sul prossimo (senza il rispetto delle qualità che anch’esso ha per affermarsi in sé e con gli altri) si regredirà come persone. La grandezza può gonfiare fino a inevitabilmente esplodere, riducendo a una miseria. Diversamente, se davvero ben interpretata, addolcisce e colora l’esistenza.

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Il noi sconfigge ogni io

La lotta al coronavirus, adottata dai diversi stati mondiali, mi ha dato modo di riflettere – mentre ero in un altro continente – su quanto desiderassi ritornare nella mia patria. La storia – come l’attualità in alcune parti del mondo – pone in risalto la vitale importanza delle libertà dell’individuo, le quali si pongono a tutela indispensabile. Non sarà mai ricco chi potrà comprare di più, quanto chi capace di non vivere da povero, quindi in grado di prendersi cura nel proprio intimo, con resilienza e ironia. Siamo tutti su un filo: ognuno può decidere se passeggiarci ansioso di cadere o col sorriso e l’ebrezza di poter sbandare.

Niente e nessuno potrà instaurare un clima troppo deprimente, con coprifuoco inaccettabili e divisione tra le persone, a discapito della loro vita sociale. Torneranno i concerti, le partite allo stadio, gli abbracci, il salutarci baciandoci, le pacche sulle spalle, le folle nelle piazze, i locali pieni. Non ci hanno fermato i terroristi, non lo faranno neanche le nuove abitudini che abbiamo dovuto provvisoriamente sposare per fronteggiare il covid. Tutto questo ci sarà semmai utile per non sottovalutare ciò che facevamo e ci sembrava poco, quando invece era tutto quanto ci fosse di desiderabile. Essere felici e non accorgersene è tra i pericoli più gravi e diffusi. Questo periodo deve inculcarci di non doverci lamentare alla ricerca di continui stimoli nuovi, persuasivi e distraenti. In occidente siamo diventati figli di convinzioni assurde, di aspettative esasperate, crediamo di dover essere sempre forti e responsabili, seguiamo il bluff dell’eccellenza. Godiamo di un patrimonio immenso che è la nostra civiltà, la dobbiamo soltanto abbinare con ilarità allo spirito umano, senza prenderci troppo sul serio affannandoci alla ricerca di riempire vuoti auto generati, esaltando piuttosto quanto ci sia di meraviglioso da poter godere.

L’esigenza di stare insieme, di divertirsi, cantare, urlare, ballare, giocare, riunirsi, resterà inesauribile. Qui, noi, viviamo! E questo slancio vitale va saputo ben interpretare. Il suo miglior sfogo non si trova nell’affermazione del soggetto come unico. Il singolo, come indicherebbe Stirner, è schiacciato nella sua concretezza dalle istituzioni (come lo stato, la chiesa, la società e la famiglia) avvertendo una libertà limitata a causa di queste astrazioni che lo opprimono. Insorgere, per riprendersi la propria individualità, auto definendosi come unico proprietario della propria vita, riuscendo a smettere di fondare sé stesso sul nulla (inteso come derivare sé stessi da esternalità, diventare governabili senza poter abbattere quanto possa annullare, piegare o assimilare) nel suo eccesso pone a una sola possibile conseguenza: una vita precaria e fragile. La prospettiva di restare unici, quindi esageratamente indipendenti da ogni causa esterna che possa condizionare, è impossibile da sviluppare senza debolezze esistenziali, pronte a manifestarsi ogni volta che la forza artificiale creatasi verrà inevitabilmente meno.

La voglia di vivere dovrebbe invece accogliere le rassicurazioni dettate da certezze esterne, dalla stabilità emotiva e a cascata da tutte le altre. Il noi sconfigge ogni io. Qualunque unico è una forma di alienazione, che si estranea totalmente da un grado di idealismo nel quale le energie sono invece naturali, frutto di pensiero dettato dal sentimento, dai legami invisibili quanto eternamente presenti.

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Il lieto comportarsi

Vorrei venisse oscurata la natura umana volta al possesso, al ripetere con arroganza cosa sia suo, tuo o mio. Togliendo priorità a tale aspetto, evitando di chiudersi a guscio in quest’infantile senso di potere.

Si vive meglio condividendo, creando un clima conviviale, mettendo a disposizione senza voler sopraffare il prossimo ma casomai includendolo. Gentilezza e ospitalità, dare per il piacere di farlo, senza che precluda il fatto di dover poi ricevere oppure di onorare soltanto qualche imposizione sociale. I gesti fatti col cuore verso gli altri non conoscono competizione coi possedimenti da godersi da soli. Sono i ricordi che si formano attraverso le sensazioni offerte a scandire quanto sia bello vivere.

La bontà non è sinonimo di ingenuità, quanto lungimiranza da mantenere specialmente quando, prima o poi, si vivranno periodi bui. Corriamo una maratona, la strada è lunga e conviene percorrerla rimanendo sempre positivi perché ogni cosa può essere enfatizzata o minimizzata e il segreto sta tutto nell’alternarlo in base a come ci fa più comodo, interiorizzando quel messaggio.

Ci è imperdonabilmente rivelatorio ricordare che non esiste paradiso senza i cari e che sia il tempo a renderli tali, senza sostituirli continuamente ma col coraggio di restare accanto a loro. Pretendere è soltanto un vizio, la vera realizzazione passa soltanto dal poter dare e permettere anche all’altro di far lo stesso. Siamo quasi incapaci di unirci per sempre senza che la voglia di rimanere fianco a fianco svanisca ma è quell’unione che dura negli anni a renderci più felici che mai. I sacrifici ricambiati da sorrisi familiari che cambiano con l’invecchiare. Tutto qui è il picco di gioie.

Crea invece sospetto addirittura stare insieme senza un doppio fine, l’ospitalità non retribuita del couchsurfing. Sono sempre più rari i veri momenti di socialità, laddove si parla a cuore aperto, con trasporto e sincerità. Non certo ognuno davanti a un aggeggio luminoso ma insieme, guardandosi negli occhi, con in mano magari un calice di vino che elimina quei resistenti freni inibitori che non lasciano spazio a una totale onestà. Invidio la Grecia ai tempi di Platone, quei simposi dove buttando giù la maschera si discuteva senza nascondersi dietro frasi costruite e continui luoghi comuni. Oggi si corre, senza mai fermarsi per poetizzare e sublimare quanto vissuto.

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I voti conclusivi ai 20 club della serie A 2019/2020

Juventus: I bianconeri si laureano ancora una volta campioni d’Italia, conquistando il solito ambito obiettivo stagionale. La gestione Sarri però non convince e si conclude infatti con l’esonero del tecnico toscano, dopo appena un anno. Nelle coppe nazionali arrivano due sconfitte in finale e in Champions una cocente eliminazione agli Ottavi. Il “sarrismo” non sboccia mai definitivamente, si notano grandi spunti soltanto a tratti e con una fase difensiva spesso pericolante. Non viene trasmesso l’entusiasmo necessario e non vengono valorizzati al meglio i giocatori della rosa. Voto: 7

inter: I nerazzurri chiudono il campionato a un solo punto dalla Juve capolista. Questo dato risulta molto fuorviante, considerando che dall’inizio del 2020 l’inter non è mai stata veramente in lotta per lo scudetto, dietro anche rispetto alla Lazio e in competizione al massimo con l’Atalanta per accaparrarsi uno dei due rimanenti posti in Champions. Conte delude in Europa, uscendo ai giorni di Champions e non riuscendo neanche a centrare il successo in Europa League, battuto in finale dal Siviglia. Non arriva nessun titolo nonostante i tanti sforzi economici sul mercato operati dalla dirigenza, uno su tutti Lukaku che segna a raffica quando affronta avversari abbordabili. Voto: 6,5

Atalanta: Strepitosa l’annata degli orobici che confermano il piazzamento Champions in serie A e volano nella massima competizione europea. Dopo aver superato i gironi in maniera entusiasmante, gli uomini di Gasperini battono anche il Valencia e si fermano soltanto ai quarti al cospetto del PSG, dopo esser andati vicinissimi alla semifinale, raggiunti soltanto nei minuti di recupero del secondo tempo. Gomez al solito sugli scudi, strepitosa anche la stagione disputata da Gosens. Tanti i gol messi a segno e non solo provenienti dalle punte colombiane Zapata e Muriel. Voto: 8,5

Lazio: Con degli schemi ben consolidati, Simone Inzaghi riesce a far volare la sua Lazio. Al di sopra di ogni più rosea aspettativa si rivela la stagione di Ciro Immobile, che addirittura arriva a eguagliare il record di gol in serie A in una sola stagione di Higuain. Strepitosa anche l’annata dell’assist man Luis Alberto, oltre che dei soliti Acerbi e Milinkovic Savic. La Lazio arriva a giocarsi lo scudetto, crollando soltanto nel finale terminando addirittura quarta, complice una rosa poco attrezzata nelle sue alternative e la scarsa abitudine a giocare con tanta pressione addosso. Voto: 8

Roma: L’esperienza di Fonseca da all’allenatore della squadra della capitale sponda giallorossa può ritenersi tutto sommato positiva, nonostante la Roma non riesca a centrare il piazzamento Champions. Si distingue il solito Dzeko in attacco e l’ottimo Smalling nel reparto arretrato. Voto: 6.5

Milan: Il Milan di Giampaolo si rivela un clamoroso flop, al quale partecipa Piatek che delude altamente le aspettative generate nel finale dello scorso campionato, fino a esser addirittura ceduto a Gennaio. Dal mercato invernale arriva però Ibrahimovic che con Pioli in panchina svolta la squadra, facendo rendere al meglio anche Calhanoglu e Rebic, fino a quel punto spesso insufficienti. I rossoneri non vanno oltre il sesto posto ma pongono delle discrete basi per il prossimo futuro. Voto: 6

Napoli: Ancelotti inanella una serie di risultati disastrosi e viene sostituito da Gattuso. La stagione dei partenopei è fortemente deludente, seppur parzialmente salvata dal successo in coppa Italia. Pessimo l’apporto offerto dallo strapagato Lozano, in netto calo Koulibaly e nulla di eccezionale l’apporto garantito dai centrocampisti. In Champions un Barcellona in crisi resta un avversario insormontabile. Voto: 6,5

Sassuolo: De Zerbi si mette in mostra come uno dei migliori allenatori emergenti per il bel gioco che riesce a far macinare al suo Sassuolo. Il reparto offensivo neroverde brilla con Berardi, Boga, Djuricic ma specialmente Caputo che tocca quota 20 gol personali in serie A. Il reparto difensivo non offre le stesse garanzie ma il campionato del Sassuolo si rivela strepitoso considerando le risorse a disposizione. Voto: 8

Verona: Juric fa volare il suo Hellas appena neopromosso, ricordando a tratti anche l’Atalanta del suo maestro Gasperini. Ottima la tenuta difensiva con Rrahmani e Kumbulla che si mettono in mostra, così come i due scatenati tornanti Faraoni e Lazovic. Straordinaria l’annata di Amrabaat in mezzo al campo. Il Verona arriva al gol con tante alternative nel terzetto d’attacco spesso alternato. Tanto agonismo messo in campo dai gialloblu per un salvezza tranquilla e tante soddisfazioni ottenute. Voto: 7,5

Fiorentina: I viola, nonostante le meraviglie messe in mostra dal grande talento di Frank Ribery, disputano un campionato anonimo. Chiesa aumenta le sue marcature solo nel finale, si sente l’assenza di un vero terminale offensivo con ben tre che si alternano continuamente senza mai risultati eccellenti. Ottima invece la tenuta difensiva, specialmente dall’arrivo di Iachini, con Milenkovic e Pezzella sempre affidabili a proteggere Dragovsky. Voto: 6

Parma: Bella stagione del Parma di D’Aversa che ottiene una salvezza tranquilla, con largo anticipo. Regge bene la difesa capitanata da Bruno Alves con Iacoponi suo compagno di reparto e Darmian e Gagliolo bravi a tenere la posizione come terzini. Si confermano ottimi giocatori di categoria Kucka e Kurtic, mentre in attacco vanno a sprazzi Gervinho e Cornelius. A causa di tanti problemi fisici, inconsistente l’apporto di Inglese che sarebbe dovuto essere il bomber principe degli emiliani. Voto: 7

Bologna: Forte con le piccole, piccola con le grandi. La filosofia di Mihajlovic d’altronde è sempre quella di giocare a viso aperto contro tutti, imponendo il proprio gioco. Contro i club più forti si rischia di lasciare troppo campo e subire parecchie reti ma contro le pari valore, o più deboli, questo atteggiamento dà i suoi frutti e permette ai felsinei di esaltare le qualità di esterni offensivi come Orsolini e Barrow e salvarsi in comodità. Voto: 6,5

Udinese: I friulani arrancano ma conquistano l’obiettivo. Il calciatore di maggior caratura rimane De Paul, piuttosto sterile l’accoppiata offensiva composta da Okaka e Lasagna che in momenti insperati riescono comunque a mettere a segno gol pesanti. Si comporta bene la retroguardia a tre supportata dal lavoro degli esterni. Voto: 6

Cagliari: Inizio scoppiettante da parte dei sardi che assemblano una rosa di tutto rispetto, specialmente nel reparto mediano dove con: Nandez, Rog e Nainggolan il Cagliari potrebbe anche sognare un posto in Europa. Segna e si distingue in positivo Simeone, chiamato a sostituire Pavoletti che si rompe il crociato alla prima giornata e non torna più disponibile. Qualche problema nel reparto arretrato e in generale un brutto crollo dopo un inizio super che conduce anche all’avvicendamento in panchina e a un risultato definitivo piuttosto deludente, nonostante l’exploit realizzato da J.Pedro che ne mette a segno addirittura 18. Voto: 6

Sampdoria: Ranieri prende in corsa i blucerchiati e li conduce alla salvezza. Scarso l’apporto realizzativo di Quagliarella, specialmente se proporzionato alla passata stagione. Decisiva qualche giocata di Ramirez ma migliorata specialmente la tenuta difensiva nel finale decisivo di stagione, grazie anche all’ingaggio di Gennaio di Yoshida. Voto: 6

Torino: Niente di speciale l’annata dei granata che restano a galla sempre grazie ai gol del loro bomber e capitano Andrea Belotti. Tanti muscoli ma poca tecnica per il resto, anche da parte degli altri due giocatori offensivi del Toro: Zaza e Verdi, troppo poco pericolosi. La difesa a volte crolla e nemmeno Sirigu riesce a salvare certe imbarcate. Se si sognava qualcosa in più di una salvezza, anche più sudata del previsto, si dovrà ammettere un certo ridimensionamento. Voto: 5,5

Genoa: Rischiosissimo il torneo disputato dal Grifone, che ottiene la permanenza nella massima categoria soltanto nel corso degli ultimi 90 minuti del campionato. I migliori si rivelano i soliti Pandev e Criscito, poco aiutati dai loro compagni. Delude molto Schone, presentato come grande colpo estivo. Arrivano pochi gol dalle punte, nonostante Sanabria qualche rete pesante riesca a metterla a segno. Perin è costretto a raccogliere in troppe occasioni il pallone dalla rete da lui protetta. Voto: 5

Lecce: I salentini cercano fino all’ultima giornata il miracolo salvezza che non riesce però a concretizzarsi. Troppi i gol subiti dai pugliesi che col gioco impresso da Liverani cercano però di giocarsi ogni gara a viso aperto, risultando spesso pericolosi in zona offensiva. Indimenticabile la stagione di capitan Mancosu che, anche grazie all’ausilio dei calci di rigore, arriva in doppia cifra di marcature giocando da trequartista e mezzala. Il migliore attaccante giallorosso risulta essere Lapadula che non a caso, insieme a Petriccione, rimarrà nel massimo campionato facendosi acquistare da una neopromossa. Voto: 5,5

Brescia: Cellino presenta il Brescia ai nastri di partenza come possibile sorpresa, impreziosendo un buon organico con l’arrivo di Balotelli, che fa sognare ai bresciani una salvezza tranquilla. I buoni propositi non si avverano e un modesto centrocampo, coadiuvato da una difesa troppo spesso facilmente perforata, fanno presto sprofondare in basso alla classifica le rondinelle. Balotelli finisce addirittura fuori rosa e soltanto i gol di Donnarumma e Torregrossa regalano qualche sorriso ai tifosi. Voto: 4,5

Spal: La squadra di Ferrara sembra fin dai nastri di partenza spacciata alla retrocessione e nulla fa per evitarla. Gli unici a combattere e sembrare degni della categoria sono Kurtic e Petagna, Il primo finisce al Parma a Gennaio, l’altro gioca pur essendo contrattualmente promesso già al Napoli. Riescono giusto a mettersi in mostra anche Fares, Reca e Bonifazi ma davvero troppo poco anche solo per poter dare sentore di non finire anzitempo a dover disputare la serie cadetta. Voto: 4

I cavalieri della vecchia signora: Miralem Pjanic

Miralem Pjanic approda in bianconero nel 2016, dopo il pagamento della clausola rescissoria alla Roma. Il costo del cartellino si aggira sui 32 milioni di euro. Il talento bosniaco resta alla Juve per 4 anni, conquistando altrettanti scudetti, 2 coppa Italia e una supercoppa italiana.

In 122 gare disputate col tricolore sulla maglia, Pjanic riesce a segnare 15 reti. Arrivato come mezzala, vien presto trasformato in regista da Massimiliano Allegri. Davanti alla difesa migliora tantissimo nell’intercettare i passaggi avversari, rivelandosi utile a difendere, come a impostare. La sua tecnica gli permette di servire bene i compagni, di sbagliare pochissimi passaggi e fornire sicurezza al reparto. Le azioni che partono da dietro passano sempre dai suoi piedi, anche se viene a volte criticato per quell’ultimo step che mai raggiunge, dettato dalla verticalizzazione che lanci in porta i compagni o velocizzi il gioco con intuizione degne del migliore in assoluto in quel ruolo, che pochi anni prima ha vestito la maglia della Juventus: Andrea Pirlo.

Il bosniaco si mette in luce anche per l’eccellenza nel calciare le punizioni, specialmente se ideali per un destro e da posizione ravvicinata. Dotato di un ottimo tiro da fuori, si è presentato anche qualche volta dal dischetto, senza fallire. La sua cessione è stata un’ottima operazione finanziaria da parte della Juventus che è riuscita a venderlo a una cifra elevatissima ammortizzata dall’arrivo di Arthur, un centrocampista ben più giovane e dalla caratteristiche similari, specialmente nella bravura di giocare nello stretto e di non perdere palla.

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Coppe nazionali 2019/2020: La Juve fa beneficenza a Lazio e Napoli

La supercoppa italiana è della Lazio. I capitolini meritano il successo sul campo, dimostrando di avere più energie rispetto a una Juve stanca e svogliata. Luis Alberto porta in vantaggio i suoi nel corso della prima frazione di gioco, depositando in rete un pallone fornitogli da Milinkovic Savic (sempre in grande spolvero nei big match) a sua volta ben trovato da Lulic che si prende beffe di De Sciglio (che nelle finali di supercoppa si conferma una sciagura per la Juve). Allo scadere del primo tempo, un’iniziativa personale di C.Ronaldo costringe Strakosha a una respinta corta, accolta da Dybala che segna a porta vuota. Nella ripresa la Lazio aumenta la pressione in zona offensiva più di quanto riesca a farlo la Juve e trova la via del gol con Lulic, incredibilmente ancora lui decisivo in coppa. Bonucci prova di testa a trovare il nuovo pari ma il pallone termina di poco a lato. Sul finire di gara viene espulso Bentancur e Cataldi trova il gol del definitivo 3-1 calciando magistralmente un calcio di punizione.

In coppa Italia, il cammino della Juve inizia dalla partita casalinga contro l’Udinese, valida per gli Ottavi di finale. I bianconeri giocano un calcio stupendo, passando in vantaggio con un’azione da playstation sull’asse Dybala-Higuain che al termine di numerosi scambi ad alto tasso tecnico, portano il 9 argentino al gol. Dybala raddoppia su calcio di rigore conquistato da Bernardeschi. I due argentini sono scatenati e Higuain segna ancora ma il var annulla. La doppietta personale la mette allora a segno Dybala con un sinistro a giro stupendo. Arriva anche il gol del 4-0, nuovamente su rigore, stavolta lasciato calciare a D.Costa.

Nella gara secca dei quarti di finale la vecchia signora batte in casa la Roma. Nel primo tempo giocano benissimo gli uomini allenati da Sarri, chiudendo al duplice fischio dell’arbitro sopra per 3 reti a 0. Il match lo sblocca il solito devastante Cristiano Ronaldo, in azione solitaria, con un diagonale imparabile per Pau Lopez. Il raddoppio è a firma di Bentancur, mentre il terzo gol arriva da un colpo di testa di Bonucci, ben imbeccato da un bell’assist di D.Costa. Nella ripresa, Higuain coglie una traversa e Under accorcia le distanze con una grandissima giocata. Buffon si rende protagonista di qualche ottimo intervento e non si registrano più gol, con i bianconeri che accedono alle semifinali della manifestazione.

La semifinale di andata la Juve si presenta a disputarla a San Siro contro il Milan che riesce a giocare un primo tempo alla pari contro la Juve, per poi prendere il sopravvento nella ripresa. Vengono costruite tante palle gol coi rossoneri che trovano la rete del vantaggio con Rebic, su assist di Castillejo. T.Hernandez viene espulso e con l’uomo in più la Juve cerca il prezioso gol del pari che agguanta oltre al novantesimo, grazie a un tocco in area di mano di Calabria e conseguente penalty trasformato da Cristiano Ronaldo.

La sfida di ritorno si gioca dopo tanti mesi di stop forzato a causa del coronavirus. La partita si mette presto in discesa per la Juve che si conquista un calcio di rigore. Ronaldo questa volta è sfortunato e colpisce il palo ma sugli immediati sviluppi dell’azione, Rebic commette un fallo da cartellino rosso e lascia il Milan in 10. La squadra di Pioli disputa un grande incontro ma non riuscirà mai a trovare la via del gol. Con lo 0-0 al triplice fischio finale, in virtù del gol segnato in trasferta, la Juventus si conquista la possibilità di potersi giocare il titolo contro il Napoli a Roma.

La finale si conclude 0-0 dopo 120 minuti di gioco, col Napoli che crea di più ma non riesce a concretizzare. Vedo la sfida a casa mia insieme a un mio coetaneo acese nel mese di Giugno, appena finito il lockdown a causa del coronavirus. Ai calci di rigore hanno la meglio i campani che non ne sbagliano uno. Meret, a differenza di Buffon, riesce invece a opporsi a Dybala e a veder calciar altissimo Danilo. Alla Juve sfugge così la conquista della coppa Italia ma avrà modo di rifarsi in ambito nazionale, vincendo un nuovo scudetto.

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Champions League 2019/2020: Il fallimento di Sarri, fuori agli Ottavi ad opera del Lione

Il cammino europeo della Juventus targata Sarri parte da Madrid, in casa dell’Atletico. La vecchia signora gioca una grande partita e va a segno con Cuadrado e Matuidi. Il dominio e il grande gioco espresso per larghi tratti dai bianconeri, si abbinano però a distrazioni fatali che permettono agli spagnoli di accorciare le distanze con Savic e poi di pareggiare il match al novantesimo.

In casa la Juve conquista i tre punti, rifilando 3 gol ai tedeschi del Bayer Leverkusen. Higuain apre le marcature, trova la rete anche Bernardeschi e chiude il discorso Cristiano Ronaldo.

Il terzo avversario della Juve è la Lokomotiv Mosca che non riesce a far risultato a Torino. I russi passano in vantaggio dopo aver ben contenuto gli attacchi dei padroni di casa, che però la ribaltano grazie a una strepitosa doppietta di Paulo Dybala.

In terra russa la Juve fatica ancora ma riesce alla fine a vincere. Tutto sembra in discesa per i bianconeri quando dopo appena tre minuti di gioco, Ramsey “ruba” un gol a Cristiano Ronaldo toccando il pallone proprio sulla linea di porta per il vantaggio juventino. Mirancuk pareggia poco dopo e la partita sembra assestarsi sul risultato di parità fino a quando al terzo minuto di recupero, oltre al novantesimo, D.Costa si inventa un gol spaziale, saltando in dribbling mezza squadra avversaria e depositando in rete, con classe sopraffina, dopo uno scambio con assist di tacco di Higuain.

Per prendersi il primo posto nel girone, la Juve è chiamata a battere in casa l’Atletico Madrid di Simeone. La partita contro i biancorossi è al solito molto difficoltosa e sudata. Per portarla a casa c’è bisogno di una grande giocata, da parte di un campione, che la Juve trova col suo numero 10: Paulo Dybala. Il talento argentino trova l’unica rete del match, direttamente da calcio di punizione, battuto appena fuori dall’area ma da posizione del tutto insolita, completamente decentrata, quasi come fosse un corner corto.

I bianconeri chiudono il girone in bellezza vincendo anche l’ultima sfida in terra tedesca. Dybala è ancora una volta scatenato, anche se al posto di scrivere il suo nome sul tabellino dei marcatori, stavolta delizia i suoi tifosi con due assist. Il primo lo serve a Ronaldo, il secondo (negli ultimi minuti del match, oltre il novantesimo) a Higuain, con i due attaccanti juventini che fanno ancora male al Bayer Leverkusen e consentono alla Juve di qualificarsi da prima per gli Ottavi di finale.

Il sorteggio per gli Ottavi di finale sembra sorridere alla Juventus, con un avversario sulla carta abbordabile. I francesi del Lione versano in posizione di metà classifica nel loro campionato e sono sicuramente alla portata della squadra di Sarri. In Francia la Juve però gioca male e perde la gara di andata per una rete a zero. Non riesco purtroppo a vedere questa sfida, trovandomi col fuso orario in Brasile, dove non trovo come vederla da Rio de Janeiro e in procinto di recarmi al celebre Maracanà per vivere l’atmosfera carioca per il Flamengo.

La gara di ritorno si disputa ad Agosto, dopo il lockdown e col finire dei campionati nazionali. Mi trovo a casa, speranzoso di uscire poco dopo con numerosi amici per andare a bere per gioire e non per dimenticare. Con uno scudetto in più in bacheca, la Juve cerca la rimonta sul Lione ma il match si mette subito in salita. L’arbitro regala un calcio di rigore ai francesi, per un intervento (nettamente sul pallone) di Bentancur in area di rigore. Le proteste dei bianconeri non fanno cambiare la decisione al direttore di gara e il Lione passa in vantaggio, siglando un gol in trasferta davvero pesantissimo. Alla vecchina signora servirà adesso necessariamente il doppio vantaggio a fine gara per accedere ai quarti di finale. La squadra di Sarri si butta così in avanti e sfiora il pari con Bernardeschi. Cristiano Ronaldo va vicino alla marcatura su calcio di punizione e nel concludersi della prima frazione di gioco lo trova su rigore, causato da un tocco di mani dubbio in barriera, in seguito a una punizione calciata da Pjanic. Decisione anche questa discutibile, che non fa però al pari con la precedente, considerando la differenza tra un gol segnato in casa e uno in trasferta specialmente a fronte del risultato maturato nel match d’andata. Nella ripresa la Juve fatica a creare occasioni nitide da gol. Cristiano Ronaldo decide così di mettersi in proprio e segna un gol eccezionale con una giocata individuale da capogiro. Il tiro della distanza del fenomeno portoghese è imprendibile e la Juve si porta in vantaggio per 2-1. Servirebbe l’ultimo sforzo che però non arriva. De Ligt e il solito Ronaldo, sfiorano la terza rete che sarebbe valsa la qualificazione, di testa in due occasioni diverse ma maturate sempre da calcio d’angolo. Lo specchio della porta, non viene centrato per pochi centimentri in entrambe le ghiotte opportunità. L’eliminazione costerà la panchina a Maurizio Sarri.

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Scudetto 2019/2020: Juve è ancora tricolore! Nono di fila, ora ne mancano solo due per la quarta stella

Sarri fa il suo esordio in campionato sulla panchina della Juventus a Parma, in pieno Agosto. La vittoria arriva ma è sudata. L’unico gol viene messo a segno dal capitano Giorgio Chiellini (che qualche giorno dopo rimedierà un grave infortunio al crociato che lo terrà lontano dai campi da gioco per molti mesi). Il Parma riesce a rimanere in partita per tutto l’incontro, anche grazie a una rete annullata dal VAR a Cristiano Ronaldo per fuorigioco millimetrico e ad altre occasioni sciupate dai bianconeri.

Alla seconda giornata è già big match tra Juventus e Napoli, con Sarri che ritrova subito il suo passato. La vecchia signora parte fortissimo e chiude il primo tempo sul 2-0 grazie ai gol di Danilo su assist di D.Costa e di Higuain, col consueto gol dell’ex. Nella ripresa arriva la rete bianconera con Cristiano Ronaldo. A questo punto una Juventus strepitosa si rilassa e concede al Napoli una rimonta impensabile. Manolas accorcia le distanze, Lozano mette a segno il secondo gol partenopeo e Di Lorenzo addirittura pareggia sull’ennesima dormita della difesa juventina sugli sviluppi di un calcio da fermo. In mezzo si registrano anche due traverse colpite dalla Juve con Khedira e D.Costa. All’ultimo minuto i bianconeri tornano incredibilmente avanti e vincono la partita grazie a un clamoroso autogol di Koulibaly. Preoccupa questa Juve a due velocità, dall’altissimo potenziale ma soltanto a tratti espresso.

A Firenze arriva già il primo passo falso dei campioni d’Italia in carica da 8 anni. Lo 0-0 finale sta più stretto ai padroni di casa che grazie alle giocate di Ribery riescono a rendersi più pericolosi dei bianconeri, apparsi molto contratti e con dei problemi di dinamismo a centrocampo.

L’Hellas Verona di Juric è il prossimo ospite allo Juventus Stadium di Torino. I neo promossi passano per primi in vantaggio grazie a un eurogol messo a segno da Veloso. La Juve reagisce trovando il pari con Ramsey e si porta più tardi sul 2-1 grazie a un rigore conquistato da Cuadrado e messo a segno da Cristiano Ronaldo. I bianconeri però faticano anche in questa partita rischiando più volte di farsi nuovamente raggiungere.

In maniera del tutto similare al turno precedente ha sviluppo la partita di Brescia. I padroni di casa trovano il vantaggio con un tiro da fuori di Donnarumma. La Juve, frastornata, si spinge in avanti con disordine ma trova il pari sugli sviluppi di un calcio d’angolo battuto da Dybala, con autorete di Chancellor. Nel finale di partita si fa più vivace la manovra d’attacco juventina fino ad arrivare al gol vittoria di Pjanic. Si fa sentire in questo match l’assenza di Cristiano Ronaldo, con la pochezza in termini offensivi che offre Higuain e tutto il centrocampo.

Complice anche la scarsa caratura dell’avversario, la Juve stavolta domina per tutta la gara e vince con pieno merito. La Spal vien tenuta a galla da uno straordinario Berisha che compie almeno 5 interventi provvidenziali. Su un gran tiro di Pjanic e un colpo di testa di Cristiano Ronaldo deve però arrendersi concedendo alla Juventus altri 3 preziosi punti per la sua classifica.

Alla settima di campionato i bianconeri sono ospiti a Milano dell’inter di Conte attualmente prima a punteggio pieno. Gli uomini di Sarri dimostrano però nello scontro diretto di esser più forti imponendosi per 1-2. Dybala per primo porta in avanti i bianconeri che vengono raggiunti su calcio di rigore messo a segno da Lautaro Martinez dopo un tocco di mano in area di De Ligt. La Juve sfiora più volte il nuovo vantaggio e alla fine lo raggiunge a seguito di un’azione corale stupenda, con tantissimi tocchi, quasi tutti di prima, fino a liberare Higuain per il tiro a rete conclusivo. La vittoria di misura sta anche stretta ai campioni d’Italia che ridimensionano la sua avversaria e tornano al comando.

Il 2-1 sembra essere un risultato davvero caro alla Juve di Sarri che lo ripete ancora una volta battendo il Bologna. C.Ronaldo segna per primo, recupera un pallone sulla trequarti, punta la porta, calcia benissimo e scrive ancora una volta il suo nome sul tabellino dei marcatori. Il Bologna pareggia con Danilo che trova un gol incredibile. I bianconeri però hanno un Pjanic in stato di grazia da un mese che sigla il gol del successo.

La Juve sbanda incredibilmente in Puglia. Nonostante i valori sul campo siano del tutto a favore dei bianconeri, il Lecce riesce a conquistare un punto insperato. Con Cristiano Ronaldo tenuto fuori a riposo, ci provano Dybala, Higuain e Bernardeschi a essere insidiosi. Le occasioni per la squadra di Sarri non mancano ma il gol non arriva, fino a quando Pjanic si procura un rigore che Dybala realizza. Un penalty viene però concesso anche ai salentini, a causa di un tocco di mano di De Ligt. Mancosu si presenta dagli 11 metri e spiazza Szczesny. Bernardeschi prima e Bonucci più tardi hanno due occasioni clamorose per segnare il gol vittoria ma le sciupano incredibilmente lasciando permanere questo beffardo risultato di parità fino al triplice fischio finale.

In casa, la Juve, nonostante continui a non brillare, riesce a conquistare sempre i 3 punti. La vittima è stavolta il Genoa che riesce a recuperare lo svantaggio provocato da un colpo di testa di Bonucci con una rete siglata da Kouamè. Il grifone resta in 10 ma un’ingenuità di Rabiot ripristina la parità numerica in campo. In 10 contro 10 la Juventus riesce a passare in vantaggio e a vincere la partita soltanto al 95′, all’ultimo respiro con una giocata individuale del suo campione: CR7. Il portoghese si conquista un calcio di rigore che va poi immancabilmente a trasformare.

Per volare prima in classifica la Juve è costretta a vincere il derby della Mole. I granata creano poco e subiscono molto ma una serie di interventi prodigiosi di Sirigu lasciano il risultato in pareggio fino a quando non ci pensa De Ligt, in girata su assist di Higuain, a spedire il pallone in rete. Con il risultato finale di 1-0 la Juve vince così anche questa sfida contro il Torino e tiene dietro inter e Lazio.

Alla dodicesima giornata la Juve ospita il Milan. La partita sembra essere piuttosto equilibrata e Sarri per vincerla prova ad affidarsi alle forze fresche dalla panchina. Arriva così la scelta coraggiosa di sostituire C.Ronaldo per far spazio a Dybala. Il portoghese, che continua a giocare nonostante un problema fisico che ne condiziona le prestazioni in campo, non la prende bene ma la scelta del tecnico toscano si rivela azzeccata. Dybala segna infatti il gol vittoria, dopo uno scambio nello stretto con Higuain, su azione avviata da D.Costa. Il numero 10 bianconero è infine bravissimo nel dribblare Romagnoli di sinistro e insaccare alle spalle di Donnarumma calciando col piede destro.

La trasferta di Bergamo si presenta piena di insidie per la grandissima realtà che ormai rappresenta la compagine allenata da Gasperini. L’Atalanta parte non a caso molto forte e mette alla corde la Juventus. Barrow colpisce una traversa su calcio di rigore, Szczesny compie una grande parata, Hateboer sbaglia un gol clamoroso ma arriva poi finalmente il meritato vantaggio per gli orobici con il solito Gosens. La Juve, in svantaggio, finalmente reagisce e trova il pari con un girata del suo centravanti Gonzalo Higuain. La partita diventa molto aperta, potrebbe accadere di tutto ed è la Juventus a portarla dalla sua parte, con un assist di Cuadrado ancora per Higuain che mette a segno la sua doppietta personale. Nel finale arriva anche il terzo gol bianconero con una strepitosa giocata di Dybala. Vittoria pesante per la vecchia signora che mette in risalto i punti deboli di una seppur impressionante Atalanta.

Il primo passo falso casalingo della Juve arriva a sorpresa contro il Sassuolo. Bonucci porta avanti i bianconeri con un bellissimo tiro di destro da fuori area. Lo stesso numero 19 si perde poco dopo Boga che è bravissimo nel depositare il pallone in rete. Nel secondo tempo il Sassuolo passa addirittura in vantaggio grazie a una serie di regali clamorosi della retroguardia della Juve. Prima Cuadrado sbaglia servendo in orizzontale un pallone velenosissimo a De Ligt, il centrale olandese rinvia male servendo un prezioso assist a Caputo, che calcia male verso la porta ma con la complicità di Buffon trova il gol del 1-2 neroverde. La Juve si butta in avanti cercando di evitare almeno la sconfitta e di rimediare a questo suicidio difensivo messo in atto facendosi ribaltare l’iniziale vantaggio. Higuain sbaglia un gol a pochi passi dalla porta, Turati (il giovanissimo portiere che sostituisce Consigli) compie una grande parata su un calcio di punizione di C.Ronaldo. Nulla però può quando il portoghese gli si presenta dagli 11 metri e lo spiazza segnando il gol del 2-2. Molto bravo nell’occasione Dybala nel procurarsi il penalty. Nel finale la Juve potrebbe anche vincerla con una chance che capita sul piede di Ramsey ma il giovane portiere gli si oppone e regala un punto alla squadra di De Zerbi.

Per la Juve di Sarri arriva anche la prima sconfitta. La Lazio al massimo della sua condizione fisica e mentale riesce a giocarsi la partita contro i bianconeri alla pari, in un match che sembra fin da subito apertissimo a ogni risultato. La Juventus passa in vantaggio col solito C.Ronaldo, servito da Bentancur. La reazione biancoceleste non si fa attendere e Luiz Felipe pareggia di testa su assist di Luis Alberto. La Juve sciupa l’occasione per tornare in vantaggio con Dybala e la Lazio ne approfitta imbastendo un’azione d’attacco che porta all’espulsione di Cuadrado. Il vantaggio della Lazio è opera di Milinkovic Savic, artefice di uno stop e tiro di gran classe, sulla classica imbeccata di Luis Alberto. La Lazio a questo punto rischia anche di dilagare, Correa si guadagna un rigore che Szczesny però para a Immobile ma negli ultimi istanti di gioco trova comunque il gol del definitivo 3-1 con Caicedo dopo che Szczesny si fosse ancora una volta miracolosamente opposto a Lazzari. Da rivedere la tenuta nervosa della Juve in certe sfide e l’attenzione a livello difensivo che nonostante le grandi individualità porta ancora a subire qualche rete di troppo. In avanti il peso dell’attacco sembra invece del tutto sulle spalle del fenomeno portoghese, con pochi gol che arrivano dai compagni.

Per rifarsi la Juve deve battere l’Udinese e ci riesce in scioltezza. A fine primo tempo è già 3-0 per i padroni di casa con la doppietta di CR7 e il gol di Bonucci. Nella ripresa c’è spazio per una traversa di Dybala e un palo di C.Ronaldo, prima che allo scadere Pussetto riesca a realizzare il gol della bandiera, sempre a causa della mancanza di cattiveria nella retroguardia bianconera.

A Marassi la Juve porta via l’intera posta in palio. A sbloccare il risultato ci pensa Dybala con un gol meraviglioso di mancino al volo. I bianconeri però dietro sono ancora una volta troppo morbidi e la Sampdoria ne approfitta con Caprari pareggiando i conti. Sale a questo punto in cattedra sempre lui: CR7. Alex Sandro crossa dalla sinistra e Ronaldo riesce a saltare altissimo, sovrasta l’avversario e sfidando tutte le leggi della fisica riesce anche a rimanere in aria per un tempo che appare quasi infinito per il gesto tecnico disumano che compie. Palla colpita di testa che accarezza subito dopo la rete. Ancora una vittoria di misura con un gol subito per la Juve che resta in piena lotta per lo scudetto con inter e Lazio.

Juventus-Cagliari non ammette replica con i bianconeri che si impongono per 4 a 0. I sardi non giocano male e tengono bene il campo fin quando la Juve non la sblocca con Cristiano Ronaldo (alla quinta gara consecutiva a segno) che sfrutta una leggerezza dei due centrali rossoblu. Da lì in poi si mette in discesa per la vecchia signora che raddoppia ancora con Ronaldo dagli 11 metri dopo una giocata sopraffina di Dybala in area di rigore avversaria. La terza marcatura la sigla Higuain e negli ultimissimi minuti è ancora il talento portoghese a far gol, per la tripletta personale. La prima per lui in serie A.

All’Olimpico di Roma la Juventus stavolta parte fortissimo. Dopo 3 minuti segna Demiral su assist di Dybala. Lo stesso argentino poco più tardi beffa Veretout rubandogli palla e facendosi fermare fallosamente in area di rigore. Ronaldo non sbaglia neanche stavolta e per la squadra di Sarri è già 0-2. I bianconeri a questo punto però rallentano, credono di aver già vinto e permettono alla Roma di tentare la rimonta. I capitolini costruiscono diverse occasioni da gol ma riescono a concretizzare soltanto su un rigore concesso dal var per mani di A.Sandro con Perotti che spiazza Szczesny. La Juve chiude il girone d’andata con un’altra vittoria, laureandosi campione d’inverno.

La Juve guadagna altri due punti sull’inter seconda e vola a +4. La vittoria casalinga sul Parma si rivela però tutt’altro che semplice. Cristiano Ronaldo cerca di portare tutto in discesa, segnando al fine di un’azione personale. Il Parma però trova un pari inaspettato sugli sviluppi di un calcio d’angolo, con incornata di Cornelius che sfrutta la marcatura a zona svolta senza quella necessaria tenacia dai difendenti juventini. Ci pensa però ancora una volta il portoghese, in virtù di un assist di Dybala, a riportare la vecchia signora in vantaggio e conquistare l’intera posta in palio.

I campioni d’Italia in carica hanno una nuova occasione per allungare sulle inseguitrici. Al San Paolo di Napoli arriva però una bruttissima sconfitta. Il match sembra piuttosto equilibrato, fin quando non lo sblocca Zielinsky, abile nell’insaccare una respinta corta di Szczesny su tiro di uno scatenato Insigne. Lo stesso attaccante napoletano scrive sul tabellino dei marcatori il suo nome e lo fa con una gran girata al volo che prima sbatte sul terreno di gioco e poi finisce in rete. La Juve riesce improvvisamente ad accorciare le distanze con Ronaldo che tramuta in gol una buona intuizione di Bentancur. Al triplice fischio finale festeggiano però gli uomini di Gattuso nonostante la pessima stagione che il Napoli quest’anno stava disputando.

In casa la Juve ritrova il sorriso. I primi 45 minuti di gioco contro la Fiorentina terminano con un gol a zero in vantaggio dei bianconeri. A siglarlo è sempre lui: Cristiano Ronaldo, che trasforma dagli 11 metri. Nella ripresa il portoghese sigla la sua doppietta personale, ancora su rigore, spiazzando il portiere avversario dopo che Bentancur era stato bravo nel procurarsi il penalty. Nel finale c’è gloria anche per De Ligt, ancora da calcio piazzato, di testa su calcio d’angolo per il conclusivo 3-0 che rilancia la Juve.

Inizio nuovo anno solare è sempre molto tosto per la Juve, anche sotto la precedente gestione Allegri. Sarà forse dovuto a una questione di preparazione atletica ma la squadra sembra spesso sottotono e l’avvicinamento alle fasi finali di Champions League è sempre intriso da tante difficoltà che emergono al Bentegodi sul campo dell’Hellas. L’undici di Juric gioca una partita gagliarda, fortissima del suo periodo magico. La Juve riesce a contenere gli attacchi avversari e passa anche in vantaggio. Il gol è un capolavoro assoluto di Cristiano Ronaldo. Un’azione personale micidiale, comprendente forza fisica, velocità, tecnica, precisione, tutto. 20 gol in 20 partite di campionato e ennesima gara consecutiva in cui va a segno. Questa meraviglia vien però pareggiata da Borini che con caparbietà riesce a insaccare in rete. Il Verona ha più energia e cerca la vittoria che arriva anche grazie a un pizzico di fortuna. Bonucci tocca di mano sugli sviluppi di un corner e Pazzini trasforma il calcio di rigore. Festa scaligera, molto da rivedere in casa bianconera.

Le mura amiche non tradiscono la Juve che vince in controllo contro il Brescia. Con C.Ronaldo assente, Dybala si rende protagonista, sbloccando la partita su calcio di punizione. L’argentino sfiora ripetutamente la doppietta e gioca tanti palloni con grande classe ed eleganza. Le rondinelle non sono praticamente mai pericolose, penalizzate anche dall’uomo in meno per un’espulsione di Ayè. Il gol della sicurezza lo trova Cuadrado, su assist di tacco di Matuidi. Questa partita non sono riuscito a vederla, essendo appena arrivato a Siviglia.

A Ferrara la Juve non è riuscita a vincere nelle due ultime stagioni e finalmente conquista il bottino pieno in questa annata. Sono da poco arrivato in Brasile, per la precisione a Rio de Janeiro in occasioni del carnevale, entusiasta di poter visitare posti da sogno che ho sempre desiderato vedere e anche coi biglietti in tasca per un’importante finale del Flamengo al Maracanà. Non riesco a vedere Spal-Juventus ma in qualche modo provo a seguirla. Gli sviluppi della partita vedono gli uomini di Sarri passare in vantaggio col solito C.Ronaldo, ben imbeccato da Cuadrado. Per il portoghese è il 16° gol nelle ultime 11 partite disputate in campionato, un nuovo record, andando a segno per 11 volte consecutive tra gol singoli, doppiette e triplette. Il raddoppio lo sigla Ramsey, con un delizioso pallonetto, su assist di uno scatenato Dybala: davvero una gioia per gli occhi vederlo giocare ed esprimere tutta quella qualità. La Spal accorcia le distanze su calcio di rigore generosamente concesso da Rugani. Petagna si presenta dal dischetto e realizza calciando col mancino. C’è soltanto un ultimo sussurro con la traversa colpita da Cristiano Ronaldo da calcio di punizione.

Dopo oltre 3 mesi di stop a causa del coronavirus che ha bloccato l’Italia e il mondo intero, riprende la serie A in estate con la Juve che espugna Bologna. Si continuerà fino alla fine del campionato senza pubblico e in un Dall’Ara deserto Cristiano Ronaldo dagli 11 metri e Dybala con un grandissimo gol su assist di Bernardeschi, consegnano i tre punti alla Juve, chiudendo la pratica già nel primo tempo.

La Lazio riparte malissimo e la Juve allunga strapazzando il Lecce per 4-0. Lucioni lascia i salentini in 10 con un’ingenuità e i bianconeri ne approfittano mandando a segno tutte le punte: Dybala, Cristiano Ronaldo e Higuain. Nel finale di partita c’è gloria anche per De Ligt, ben imbeccato da Douglas Costa.

Con tre capolavori la Juventus vince anche a Marassi contro il Genoa. Dybala apre le danze col suo mancino fatato dopo una serie di dribbling formidabili. Raddoppia Ronaldo con una grandissima conclusione dalla lunga distanza. Il terzo gol è a opera di D.Costa col suo sinistro a giro. Nel finale Pinamonti sigla il gol della bandiera per il grifone.

Il derby della mole è sempre bianconero. Dybala, al quinto gol consecutivo, si dimostra in stato di grazia con l’ennesima serpentina in area di rigore avversaria con palla depositata in rete col mancino. Raddoppia Cuadrado ma nel finale di primo tempo Belotti accorcia le distanze su calcio di rigore. La Juve sbanda nei primi minuti della ripresa ma il suo fenomeno col 7 sulla schiena segna finalmente su calcio di punizione e risolleva la vecchia signora che chiude la pratica sul 4-1 grazie a un’autorete. Il tricolore si avvicina sempre più anche grazie alle brutte prestazioni delle inseguitrici.

Il Milan trova una magrissima soddisfazione stagionale battendo la Juve per 4-2. I bianconeri passano in vantaggio con un’incredibile azione personale di Rabiot che da fuori area scaglia un forte mancino all’incrocio dei pali. Cristiano Ronaldo raddoppia ma un fallo di mano di Bonucci rivelato dal var riporta il Milan in partita, con il conseguente calcio di rigore trasformato da Ibrahimovic che spiazza Szczesny. La squadra di Sarri gioca con troppa sufficienza e poca cattiveria agonistica, forte anche di una situazione in classifica che le permetterebbe di mantenere un cospicuo vantaggio in classifica su tutti anche se non dovesse far punti. Kessie così ne approfitta e pareggia i conti. Due errori individuali di Rugani e A.Sandro stendono la strada per il successo rossonero che si concretizza con le marcature di Leao e Rebic.

Allo Juventus Stadium arriva un terribile Atalanta reduce da un filone inesauribile di vittorie consecutive. Se gli orobici dovessero vincere a Torino diventerebbero la principale antagonista per lo scudetto, visti anche gli scarsi risultati di Lazio e inter. La squadra allenata da Gasperini parte fortissimo e trova il vantaggio col suo bomber Zapata. La Juve pareggia con C.Ronaldo che non lascia scampo a Gollini dagli 11 metri. Nella ripresa il match sembra molto equilibrato, con la Juve in controllo. Un lampo di Malinovsky fa esplodere però di gioia i bergamaschi che tornano avanti a 10 minuti dalla fine. Allo scadere, un’altra ingenuità difensiva degli orobici, consente a Ronaldo di andare nuovamente dal dischetto e mettere a segno la sua doppietta personale che regala un punto preziosissimo ai suoi in ottica tricolore.

Davanti all’ottimo Sassuolo di De Zerbi, la Juve ha l’occasione di mettere una serissima ipoteca sullo scudetto. I neroverdi non si lasciano scoraggiare della partenza a razzo dei bianconeri, che segnano con Danilo e Higuain, e iniziano a macinare gioco e impadronirsi del campo. Szczesny è provvidenziale su Muldur e Berardi ma nulla può più tardi su Djuricic, una punizione di Berardi e un tocco sottoporta vincente di Caputo, su assist di uno scatenato Berardi. La Juve è in balia dell’avversario e come contro il Milan si trova sotto dopo esser stata in vantaggio per due reti a zero. A.Sandro però trova il gol del pareggio, di testa su corner calciato da Bentancur. Il Sassuolo ha più gamba e prova a vincere ma è ancora una volta uno strepitoso Szczesny a salvare la Juve su conclusione ravvicinata di Traorè. Altro punto importante per conquistare il nono scudetto consecutivo ma segnali di sbandamento poco confortanti per la difesa di Sarri.

La Lazio si presenta allo Juventus Stadium senza più ambizioni scudetto dopo le pessime prestazione post lockdown. I bianconeri hanno però bisogno dei 3 punti per non rianimare le inseguitrici. Dopo un primo tempo a reti bianche, Cristiano Ronaldo segna due volte: prima su rigore e poi a porta sguarnita su assistenza di Dybala. Il portoghese ha l’occasione anche per la tripletta personale ma il suo colpo di testa si stampa sulla traversa. Quando tutto sembra fatto, Bonucci si addormenta e regala un rigore a Immobile che dal dischetto deposita la sfera in rete. Brivido finale per la vecchia signora ma Szczesny ci mette i guantoni avvicinando prepotentemente i suoi al trentottesimo tricolore.

A Udine la Juve potrebbe mettere il punto esclamativo su un campionato che tende però a non voler ancora chiudere. La prima frazione di gioco termina coi bianconeri in vantaggio, grazie a un tiro da fuori di De Ligt. Nella ripresa però subentra la svogliatezza della vecchia signora che si addormenta in fase difensiva e consente a Nestorovsky di pareggiare. Sembrano mancare le motivazione e senza entusiasmo il match si trascina fino al novantesimo. Nei minuti di recupero arriva l’incredibile successo dei padroni di casa, con Fofana che si invola verso la porta difesa da Szczesny, si fa beffa di Alex Sandro e De Ligt e realizza un gol che consegna tre punti pesantissimi alla sua Udinese, in ottica salvezza.

In casa contro la Sampdoria arriva l’ufficialità del 37° scudetto. La Juventus passa in vantaggio allo scadere della ripresa con un gol siglato dal solito Cristiano Ronaldo, bravo a piazzare il pallone in rete su schema da calcio di punizione battuto da Pjanic. Nella ripresa arriva il raddoppio con Bernardeschi, che non sbaglia a porta vuota, dopo una respinta corta di Audero su tiro del numero 7. Mette la firma sul trionfo bianconero anche Szczesny, abile a respingere un colpo di testa per Quagliarella. Nel finale, Alex Sandro conquista un calcio di rigore che per la prima volta in serie A, Ronaldo non riesce a trasformare, cogliendo la traversa. Arriva finalmente il nono scudetto consecutivo per la Juve che torna a vincere e a conquistare gli ultimi punti necessari per assicurarsi matematicamente il primo posto anche quest’anno.

Con la certezza di poter stampare il tricolore anche sulle maglia della prossima stagione, la Juve si reca a Cagliari senza che vi sia realmente una posta in palio. I padroni di casa ne approfittano e si concedono il lusso di battere i campioni d’Italia in carica da 9 anni. Il punteggio finale è di 2-0 per i sardi, con reti messe a segno dal giovane Gagliano e da Simeone.

Con la testa alla Champions, la Juve schiera in campionato tanti giovani e perde in casa contro la Roma. La sblocca Higuain sugli sviluppi di un calcio d’angolo ma allo stesso modo pareggiano subito i giallorossi con Kalinic. Danilo concede un penalty che Perotti non sbaglia. L’argentino si ripete su azione, sfruttando al meglio uno strepitoso assist di Zaniolo per il 3 a 1 finale che vede per la prima volta i capitolini uscire dallo Juventus Stadium senza una sconfitta. La Juventus alza la coppa scudetto e si avvicina a meno 2 dalla quarta stella.

L’unica vera possibilità di libertà

Un conflitto che spesso si presenta nella vita di molti riguarda la libertà e la stabilità.

Per natura chiunque necessita di sentirsi protetto, al sicuro, all’interno di un delineato tessuto sociale, verso il quale nutrire un forte senso di appartenenza e la sentita percezione di trovarsi a casa, nel senso più ampio del termine. Questo fortissimo e inevitabile insieme di bisogni può scontrarsi con quel “fuoco” che sprona al cambiamento, girovagando senza pace, fuggendo da una soluzione ristretta che possa sembrare fossilizzante per lo stimolo a muoversi in spazi più ampi, aperti e sempre nuovi.

Se non si avverte tale esigenza si correrà il rischio di assopirsi, perdendosi certe preziose esperienze che potrebbero entusiasmare e migliorare l’individuo che le affronta. L’eccesso di questa tendenza conduce però a vivere fintamente liberi e a compromettere la completa soddisfazione, considerato un lato mancante troppo importante al quale a cervello non distratto andrà inevitabilmente un pensiero triste e nostalgico.

Chi si bagna la bocca troppo spesso di libertà è il più schiavo di tutti. La vera libertà va saputa intendere ed è difficilmente sperimentabile in un contesto civile post industrializzato. Come ipotizzato dapprima da Freud, la civiltà è repressione del piacere, in alternativa l’uomo si comporterebbe come un animale dando libero sfogo a tutti i suoi istinti. Nella società di oggi la repressione è esagerata, come osservato da Marcuse (in Eros e Civiltà) si registra un surplus di rimozione degli istinti umani. Tutto è basato sul principio di prestazione, l’uomo è chiamato a faticare, a produrre, a fare (non a godere) risultando soltanto un mezzo per fini altrui. Il lavoro assorbe tutte le energie vitali e il sistema capitalistico rende alienante anche il tempo libero, basato a sua volta su sfoghi dettati da esigenze indotte, lontane da una vita istintuale e libera. In un contesto che mercifica qualunque attività ludica, propone la sopraffazione sull’altro, il continuo scontro rispetto all’incontro e favorisce la competitività, diventa davvero stupido ritenersi liberi. Si sarà fondamentalmente repressi e infelici, nonostante tutti gli agi proposti in termini di sicurezza, ordine e progresso.

L’unica soluzione, per quanto mi riguarda, permette di mantenere salde e presenti le più importanti relazioni con le persone e il proprio territorio, senza precludere l’opportunità di regalarsi momenti nei quali andare oltre possibili paure, uscendo dalla propria comfort zone.

Soltanto in questa via di mezzo trovo il giusto equilibrio che mi dona vita e serenità, senza mai picchi di apatia o smarrimento. Tutto sta nel trovare la zona di comfort desiderata, coerente con le proprie affinità. Possedere tutte le capacità e possibilità di poterne uscire, farlo sporadicamente ricavandone in seguito l’estremo piacere di rientrarci. La felicità per me è lì dentro, non nel caos dell’avventura e nel continuo stimolo persuasivo. Essi servono indubbiamente per crescere, ampliare i propri orizzonti e conoscere con i propri sensi ma principalmente per apprezzare i ritorni, senza i quali il più profondo senso dell’esistenza non potrebbe essere mai assimilato con la continua esigenza di non fermarsi per la mancanza di un proprio vero posto.

Nel trovare saltuaria libertà all’interno della propria stabilità, la più grande conquista diventa quella di ampliare il concetto di libertà, vivendola nel corso della stabilità. Esso è possibile attraverso la contemplazione del bello, nel vero e con amore. Dedicandosi alle forme d’arte più consone al proprio spirito, evitando gli appiattimenti della società che mirano a identificare in un mestiere o in qualche giudizio o possedimento.

Coltivare la libertà nella stabilità, ancor prima che nella libera uscita sporadica, conduce a esprimersi secondo la propria istintualità, ovvero quel comportamento innato, naturale e mai indotto che segue la dotazione biologica al posto dell’apprendimento. Questa è la ricerca da trasformare da occasionale in familiare, per un’omeostasi che si differenzia dalle pulsioni che creano stupide tensioni da scaricare per tornare alla quiete sempre instabile.

Il profitto sopra l’uomo, il fare e l’avere che lo dominano e inducono a un’esistenza da subalterno assorbito da una mercificazione talmente spudorata che trasforma anche le persone in prodotti, che si mettono da soli in vetrina cercando di vendere se stessi in ogni campo, è una repressione insopportabile. In contrapposizione a questa realtà va palesata la fantasia, la creatività e il gioco con quel piacere che genera entusiasmo, desiderio di vita e stimola le corde più nobili dell’essere umano che può così uscire dal lasciarsi intendere come uno strumento di produzione (legato al denaro e a un distorto accrescimento dell’ego che crea contrasti interiori) e non di auto realizzazione autentica seguendo la scia d’amore che indelebile confluisce nell’esprimersi come da fanciulli.

Categorie:Lo Genio

Godere senza avvertirne prima la perdita, per saper e sapersi lasciare andare

Su un volo intercontinentale durante un recente viaggio in giro per il mondo, accorgendomi di come la lontananza da casa mi provocasse nostalgia, facendomi desiderare tante di quelle abitudini che avrei in condizioni normali dato per scontato, mi chiedevo per quale dannato motivo fossi così tanto limitato dall’aver bisogno di sperimentare situazioni di difficoltà, se non addirittura di pericolo e panico, per riuscire ad apprezzare veramente la mia dimensione abituale, in tutto il suo comfort che per ciò che rappresenta non è un limite ma il posto dove poter esser felici.

Questa curiosità mi fa sorridere adesso che, come tutti gli italiani, sono recluso in casa a causa della diffusione del coronavirus sulla nostra meravigliosa penisola. Tutti ci siamo adesso resi conto di come potremmo apprezzare quanto ci è stato strappato. Ogni piccola cosa, che adesso sicuramente mancherà, quando la si potrà riassaporare lo farà senza apatia ma con la giusta importanza, traendone maggior beneficio.

Il rischio concreto è che l’assuefazione arrivi però ben presto, con tutto che torni perfettamente uguale, senza che si riesca a maturare questa profonda presa di coscienza. Assimilare la capacità di rendersi conto di quanto ogni apparente minuzia possa essere straordinaria, e dell’immensa felicità ci sia effettivamente al suo interno, è quanto di più grandioso si possa desiderare: è il potere che più di qualunque altro vorrei avere e possiamo sviluppare tutti senza sfociare nella fantascienza. Non c’è bisogno di perdere qualsiasi cosa per poi doverla rimpiangere, se ne possono capire tutte le sfumature di bellezza nel mentre la si vive e si presenta come scontata.

Non bisogna spegnere il cervello, se non consapevolmente per assaporare al meglio qualunque presente che trasporta con entusiasmo. Il nemico è il condizionamento esterno: cosa fanno gli altri. Il pericolo si sostanzia nel credere ci siano risposte, soluzioni o percorsi che si debbano necessariamente intraprendere. Ho capito che queste fissazioni sono deleterie in quanto false, auguro di cuore a chiunque di fallire in qualcosa il prima possibile per rendersene conto, liberandosi dalla convinzione che tutto dovrebbe andare secondo una certa linea. L’imprevisto fuori dal nostro controllo può trasformarsi in benedizione, portando alla vera libertà seguendo i vari flussi di ogni momento con un’impostazione di base rilassata e distesa, capace di formare dell’autentica magia fuori anche dal razionale.